GAZA: L’ONU APPROVA LA RISOLUZIONE PER UN IMMEDIATO CESSATE IL FUOCO

A cura di: Alexandro Catapano e Davide Della Guardia

Dopo mesi di tentativi falliti, lunedì Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato il cessate il fuoco immediato a Gaza fino al termine del Ramadan ed è la prima volta da quando è scoppiato il conflitto Hamas-Israele. La risoluzione che richiede anche il rilascio degli ostaggi ancora tra le mani di Hamas, è importante perché ha carattere vincolante; quindi, tutti i membri dell’ONU (anche Israele) sono obbligati a rispettarle. Questo non significa però necessariamente che la guerra si fermerà; infatti, sembra assai improbabile che Israele accetti di rispettare la risoluzione dell’ONU.

Il testo è stato approvato da 14 membri del Consiglio: i sostenitori della bozza sono Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Algeria, Ecuador, Guyana, Giappone, Malta, Mozambico, Sud Corea, Sierra Leone, Slovenia e Svizzera; invece, gli Stati Uniti si sono astenuti. gli Stati Uniti, invece che opporsi come avevano già fatto altre tre volte negli ultimi mesi, si sono solo astenuti, permettendo l’approvazione del testo; infatti nelle ultime settimane l’amministrazione americana di Joe Biden, ha sempre più preso le distanze dalle posizioni estremiste della leadership israeliana, non ultimo il forte dissenso mostrato dal presidente statunitense nei confronti del piano di attacco israeliano a Rafah dove sono stati stipati moltissimi degli abitanti di Gaza, costretti a vivere in gravi condizioni igienico-sanitarie e ridotti alla fame. Rafah costituisce l’ultimo rifugio per i cittadini palestinesi, si sono ammassati lì in diverse migliaia per sfuggire dal nord della striscia, dove l’esercito Israeliano conduceva e conduce tuttora diversi raid per cercare gli ostaggi e uccidere i membri di Hamas, poiché Israele dalla sua adduce il pretesto della presenza di un battaglione di Hamas in grandissimo campo profughi proprio a Rafah. Lo scenario diventa ancora più drammatico poco lontano da Rafah non è positiva, dove l’Egitto sta costruendo un muro per evitare che i profughi palestinesi possano fuggire verso l’Egitto in caso di un attacco israeliano a Rafah, in sostanza i palestinesi farebbero la fine dei topi, l’unica uscita d’emergenza sarebbe il mare. Nonostante ciò, la leadership israeliana sembra essere intenzionata ad andare avanti, procedendo alla completa distruzione della Palestina, al completo annientamento di Hamas.

Ritornando alla risoluzione, il portavoce statunitense Matthew Miller e Linda Thomas-Greenfield, che rappresenta gli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, hanno parlato della risoluzione come di un testo «non vincolante», Thomas-Greenfield, in particolare ha detto che gli Stati Uniti sostengono «pienamente alcuni degli obiettivi importanti di questa risoluzione non vincolante», ma sottolineando successivamente che l’interpretazione attribuita alla risoluzione non è vincolante.

Altre voci contrarie all’approvazione della risoluzione sono state quella dell’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan il quale ha detto: “Il fatto che la risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza Onu non condanni l’attacco di Hamas del 7 ottobre è una vergogna, Hamas ha iniziato la guerra, da questo testo sembra che la guerra sia iniziata da sola – ha aggiunto – Israele non voleva questa guerra” e ancora “Non subordinare il cessate il fuoco al rilascio degli ostaggi danneggia gli sforzi, tutti avrebbero dovuto votare contro questa vergognosa risoluzione”. Un’altra forte voce d’opposizione al voto al palazzo di vetro è stata quella del ministro Esteri israeliano Israel Katz che su X ha detto: “Israele non cesserà il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l’ultimo degli ostaggi non sarà tornato a casa”.

Una reazione positiva all’approvazione della risoluzione è stata quella della Francia ha chiesto un “cessate il fuoco permanente” a Gaza dopo il Ramadan. Lo ha detto l’ambasciatore di Parigi all’Onu Nicolas de Riviere dopo l’adozione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiede la tregua per il Ramadan. Infatti c’è da sottolineare che non ci sia molto da gioire perché la pace o una specie di essa non è “permanente” quindi finirà subito dopo il Ramadan inoltre come fatto notare anche dell’ambasciatore Russo Vassily Nebenzia Il termine “durevole” anziché “permanente” come suggerito dalla Russia è stato sostituito all’ultimo minuto e secondo l’ Ambasciatore russo Vassily Nebenzia “annacqua il testo e lascia spazio alle interpretazioni, permettendo a Israele di riprendere le operazioni militari in qualsiasi momento”. La richiesta è stata bocciata, ma Mosca ha comunque votato a favore della risoluzione.

Lo Statuto dell’ONU attribuisce al Consiglio la responsabilità di mantenere la pace e la sicurezza mondiali. Lo strumento giuridicamente più rilevante usato dal Consiglio è quello delle “risoluzioni”, che sono considerate vincolanti per tutti gli stati membri sulla base dell’articolo 25: significa che, almeno sulla carta, quando il Consiglio di Sicurezza dice a uno stato membro di fare una certa cosa attraverso una risoluzione, quello stato è obbligato a rispettare la decisione. Nonostante ciò,  per più di 70 anni Israele non ha attuato le risoluzioni dell’Onu come ad esempio: Assemblea Generale risoluzione 194 (1947): profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele; Risoluzione 242 (1967): l’occupazione israeliana della Palestina è illegale; Risoluzione 313 (1972): chiede ad Israele di fermare gli attacchi contro il Libano; Risoluzione 517 (1982): censura Israele per non obbedire alle risoluzioni ONU e gli chiede di ritirare le sue forze dal Libano.

Questa risoluzione rischierebbe di restare uno specchietto per le allodole, delle poche briciole per le cosiddette “colombe”, alimentando delle illusioni che sono destinate a non divenire mai realtà. Però almeno abbiamo potuto osservare che tutto sommato l’ONU funziona, possiede ancora un ruolo a livello internazionale così come funziona almeno “a scatti” il Consiglio di sicurezza dell’ONU. Questa anziana istituzione non è ancora da buttare, non appartiene ancora era paleolitica, certo i suoi tempi d’azione sono biblici, ma i tempi d’azione della diplomazia sono lenti, nonostante ciò, un fatto positivo è che quell’idea originaria di un forum in cui le Nazioni si sarebbero incontrate per dialogare e cercare di risolvere le loro controversie non con la guerra, ma non la diplomazia funziona ancora abbastanza bene, benché necessiterebbe di una profonda riforma.  

 

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