TERREMOTO IN TURCHIA: SALE AD OLTRE 9500 IL NUMERO DI VITTIME

Alle ore 02:17 italiane del 6 febbraio 2023 un terremoto di magnitudo 7.9 è stato localizzato nella parte sud-orientale della Turchia, al confine con la Siria, nella regione dell’Anatolia sud-orientale. Tra le città più vicine all’epicentro vi è Gaziantep, una delle più grandi e popolate della Turchia.

Dopo il terremoto delle 02:17 sono state registrate altre scosse di magnitudo superiore a 4.5 ed a causa della elevata magnitudo di questa serie di scosse le autorità competenti hanno anche diramato un’allerta tsunami che è stata successivamente chiusa alle ore 7:15 italiane.

Numerosi sono stati e continuano ad essere gli aiuti forniti dalle nazioni europee ed extraeuropee sia sul piano politico quanto sanitario e sociale. L’UE ha messo in campo 10 squadre di soccorso di paesi membri e contemporaneamente la presidenza svedese ha indetto una riunione del meccanismo del Consiglio UE affinché si realizzi un piano di aiuti e risposte concrete alle difficoltà che attualmente vivono la Turchia e la Siria. L’Italia introduce la Protezione Civile e diversi team di specialisti, sanitari e vigili del fuoco provenienti da diverse regioni d’Italia.

In ottica estera, il pensiero generale è mettere da parte la politica per far fronte alle necessità umane ed aiutare il prossimo. Massicci sono gli interventi realizzati dalla presidenza greca, israeliana come ad esempio il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere di aver accettato l’invio di aiuti alla Turchia e alla Siria dopo aver ricevuto una richiesta indiretta attraverso la Russia. Joe Biden ha promesso gli aiuti necessari al presidente turco Recep Tayyip Erdogan ed ha affermato di essere profondamente rattristato dalla devastazione causata dal terremoto.

La Russia non è inferiore: numerosi sono gli aiuti inviati dal presidente Putin in Turchia per far fronte alle esigenze ed alle difficoltà vissute in queste ore dal popolo turco. Tre aerei da trasporto russi sono atterrati in queste ore ad Adana con oltre 100 tra soccorritori e medici equipaggiati con endoscopi, radar per il suolo, strumenti di ricerca acustica, droni per l’osservazione dall’alto e sistemi di visione termica.

Anche Giappone e Cina scendono in campo ed hanno comunicato attraverso le loro agenzie di stampa nazionali che invieranno quanto prima gli aiuti umanitari necessari.

A fronte delle 8000 persone salvate, attualmente il numero dei morti continua a salire, oltre i 6900 in Turchia e oltre i 2500 in Siria, ed il presidente Erdogan ha definito l’evento come “uno dei più grandi disastri della storia”.

Dona speranza la notizia del salvataggio di una madre e delle sue due figlie, estratte vive dalle macerie sotto cui sono state sepolte per circa 33 ore ad Hatay. Durante il loro trasporto in ospedale, il cuore di una delle piccole ha smesso di battere ma fortunatamente è stata successivamente rianimata.

 

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