SAPETE COSA STA SUCCEDENDO IN ECUADOR?

A cura di: Gaia Aliberti e Lucrezia Pia Iacuzio

Sappiamo che ci sono paesi molto lontani da noi che vivono ormai da anni il fenomeno del narcotraffico. Ma noi cosa ne sappiamo?

Fino al 2018 i due poli più importanti per il narcotraffico erano Messico e Colombia, paesi molto vicini all’Ecuador che tuttavia non aveva gang di trafficanti al suo interno ed era un paese tutto sommato sicuro e vivibile.

E allora come è possibile che in meno di dieci anni la situazione sia cambiata così tanto? La situazione è l’apice di una crisi politica che è iniziata con la nascita della repubblica presidenziale nel 1979, che in meno di 50 anni ha subito 3 colpi di stato (1997.200, 2005) e si è amplificata con la spaccatura politica tra i sostenitori e gli oppositori di Rafael Correa, ex presidente dell’Ecuador dal 2007 al 2017. Correa in politica estera non ha rinnovato l’alleanza con gli USA, poiché non ha concesso il libero scambio e non ha rinnovato la base militare USA sul territorio, perdendo un favorevole alleato.

Lo scorso ottobre 2023, durante le elezioni anticipate la vittoria è andata a Daniel Noboa, che a 35 anni si trova ad essere il nuovo presidente e a dover gestire la difficile situazione con le promesse di ricucire la divisione politica interna, risollevare l’economia e garantire una maggiore sicurezza. Ma il primo ostacolo da affrontare è il narcotraffico.

Inoltre, dal punto di vista geografico, l’Ecuador occupa una posizione strategica per i Narcos, al centro tra Colombia e Perù, i principali paesi narcotrafficanti dell’America del sud.

L’Ecuador diventa un punto di riferimento a partire dal 2016, dopo la pace tra Colombia e la Farc (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane), gestrici del narcotraffico. Gli oppositori dell’accordo si spostano per avere maggiore libertà in Ecuador, che nel 2020 a causa del Covid subisce una grande crisi economica e decide di attuare dei tagli sulla sicurezza, a cui si aggiunge poi l’appoggio degli USA che non c’è più.

A causa dei tagli sulla sicurezza, si è notato come dagli 11 mila detenuti del 2009 si passi a 31 mila nel 2023, annualmente vi sono 40 omicidi ogni 100 mila abitanti, durante le scorse elezioni sono stati uccisi due candidati che non volevano piegarsi alle condizioni dei trafficanti. Dall’inizio del 2021 al 2023 vi sono stati massacri nelle carceri, di cui il primo avvenuto il 23 febbraio 2021 nel penitenziario di Guayaquil.

Ad oggi, le  carceri sono diventate delle roccaforti dei narcos, da cui si coordina la logistica per i traffici di coca e si ordinano omicidi politici e presa di ostaggi da luoghi sensibili, da usare come merce di scambio per negoziare col governo, la cui risposta è stata quella di affidarsi completamente alle forze dell’ordine, dando agli uomini in divisa l’immunità (quindi non sono soggetti a processi e a condanne) e sono potenzialmente liberi di sparare sulla gente, una condizione che probabilmente non farà che peggiorare la delicata situazione e costringerà infine il governo a scendere a patti con i narcos.

Una notizia che desta scalpore è la poca attenzione dedicata a questo paese, in quanto le fonti non sono aggiornate periodicamente né se ne sente parlare in televisione. In questo caso, sono stati i social il mezzo più importante per mettere luce su questa problematica, ma sono diventati anche un mezzo usato dai narcos per terrorizzare ulteriormente il paese con video agghiaccianti e con messaggi che incitano alla ribellione continua.

 

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