1984 è forse l’opera più famosa di George Orwell. Scritto nel 1948, non è altro che un ritratto della società dittatoriale ambientato in un futuro distopico. Infatti nel mondo di 1984 tutto è controllato da un grande fratello che ti guarda costantemente.
Tutte le menti sono controllate dai monitor, in quanto il governo è da lì che spia i propri cittadini. I cittadini non ricordano più il proprio passato, come fosse il mondo prima del grande fratello.
Un uomo prova a sfidare questa società: Winston Smith. Il protagonista prova a ricordare il passato, cercando prove, immagini che possano testimoniare come fosse il mondo prima, e soprattutto sperimenta l’amore.
Infatti, conosce Julia O’ Brein con cui avrà una relazione. Tuttavia, il finale non è dei migliori: i due vengono scoperti dal governo e sottoposti a torture fisiche e psicologiche, dimenticandosi del loro amore e del passato che avevano scoperto.
Il tema del controllo sociale viene ripreso nel più famoso graffito di Bansky. Dipinto nel 2007 e cancellato nel 2008, si trovava a Londra in Newman Street. Rappresentava un bambino con cappuccio rosso che disegnava una scritta, controllato da un poliziotto. Le CCTV, che danno il titolo al graffito, sono le telecamere. Nel Regno Unito non si sa quante ce ne siano, ma il messaggio inviato dall’opera è che noi siamo costantemente controllati.
Non abbiamo privacy e non solo a causa delle telecamere, ma anche a causa dei social network, che hanno accesso ai nostri dati personali e tracciano in ogni minuto i nostri spostamenti. Siamo sempre controllati e la cosa inquietante è che non ce ne rendiamo nemmeno conto.
Entrambe le opere, con due media diversi, ci invitano invece ad essere padroni della nostra vita, a non essere schiavi degli oggetti e delle persone (come affermava anche il famoso scrittore latino Seneca), ma a vivere non secondo le regole imposte da una società che ci vuole tutti uguali, ma secondo le regole dettate dalla nostra natura, che ci rende tutti diversi gli uni dagli altri.