Il reato del femminicidio

Negli ultimi giorni, l’opinione pubblica si divide tra pareri favorevoli e tra pareri contrari all’approvazione di una legge contro il femminicidio in Italia. Più precisamente, in data 7 marzo 2025, il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno ben preciso che mira ad introdurre il reato di femminicidio all’interno del codice penale. In effetti, il reato contro il femminicidio, inteso come omicidio di una donna, è stato proposto dal governo ed è contenuto in un disegno di legge che dovrà essere approvato dal Parlamento e che prevede come pena l’ergastolo.
Il Parlamento dovrà esaminare ed eventualmente modificare il testo prima in commissione e poi in aula. Oltretutto, è chiaro che per diventare legge a tutti gli effetti, ed essere introdotto nel codice penale, il nuovo reato di femminicidio dovrà poi essere approvato sia dalla Camera sia dal Senato.


In verità, il testo ufficiale del disegno di legge non risulta ad oggi disponibile, eppure il contenuto è stato reso già noto mediante una conferenza stampa tenuta da alcuni ministri. In merito al reato di femminicidio, contenuto nel nuovo articolo 577-bis facente parte del codice penale, la pena è chiara: è espressamente punito con l’ergastolo «chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità». Tuttavia, esistono delle eccezioni, ovvero i casi che non rientrano in questo tipo di situazione, per cui viene applicato un articolo diverso rispetto a questo sovracitato. In effetti, si applica l’articolo 575 del codice penale che ha lo scopo di punire il reato di omicidio con almeno 21 anni di carcere.  


A tal proposito, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, ovvero Eugenia Roccella, ha affermato nel corso di una conferenza stampa: 
«In questo modo il femminicidio diventa un reato autonomo e questo conferma la specificità della situazione del femminicidio, della sua differenza rispetto all’omicidio. Non come una maggiore gravità dal punto di vista etico, ma proprio perché ha una diversità che è testimoniata anche dal numero di femminicidi». Tuttavia, ritiene che ci sia una sorta di dislivello, ovvero di asimmetria, resa particolarmente evidente tra le uccisioni di donne da parte di uomini rispetto a quelle di uomini da parte di donne.


Il disegno di legge propone, inoltre, che le circostanze con cui è commesso il reato di femminicidio siano considerate come aggravanti, ossia come motivazioni per aumentare la pena, nei «reati più tipici» del cosiddetto “Codice rosso”. La legge del 2019 ha aumentato le tutele messe in atto nei confronti delle vittime di violenza di genere. Tra questi reati, ci sono per esempio le percosse o gli atti persecutori. Per quanto vengano considerati elementi di natura diversa, non per questo sono considerabili necessariamente meno gravi al punto da essere sottovalutati.
Il disegno di legge approvato dal governo contiene anche altre novità per contrastare la violenza contro le donne. Per far si che questa riforma sia ottimale i magistrati che tratteranno casi di violenza domestica e di genere dovranno frequentare dei corsi per gestire i casi nel miglior modo possibile. Sussiste, quindi,l’obbligo per il pubblico ministero, che conduce le indagini, di ascoltare personalmente la donna vittima di violenza, senza concessione di possibilità di delega alla polizia giudiziaria. Vengono altrettanto introdotti specifici obblighi informativi a favore dei familiari della vittima di femminicidio. Un’altra novità riguarda l’opinione, seppur non vincolante, della vittima nei casi di patteggiamento per reati puniti dal cosiddetto “Codice rosso”. Quando sussistono quelli che vengono considerati motivi cautelari, il disegno di legge propone 
un’ applicazione maggiore della custodia cautelare in carcere o degli arresti domiciliari per l’imputato. La pena aumenta in caso di minacce e revenge porn. In un mondo dove la donna è sempre stata vista come oggetto, ed ancora oggi nei paesi non sviluppati è tale, questo disegno legge rappresenta una grandissima svolta per l’Italia. Un risultato ottenuto dal sangue di molte donne, sperando che con ciò ci sia un crollo delle statistiche dei femminicidi annuali. 

A cura di Rosa Cavalieri e Sabrina Carratú

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