USA: ABORTO NEGATO

Negli Stati Uniti l’aborto non è più un diritto garantito a livello federale!

È stato compiuto un passo indietro di 50 anni annullando la sentenza del 1973, conosciuta come Roe v. Wade, che garantiva l’accesso alla pratica e soprattutto assicurava che non venisse negata da parte degli Stati.

Nel 1973 era stata la corte suprema a riconoscere il diritto di norma Mccorvey di interrompere la gravidanza, la stessa corte suprema che il 24 giugno del 2022 con sei voti a favore e tre contrari dichiara che: “la Costituzione non conferisce il diritto all’aborto”. Decisivo per la sentenza è stato il voto di tre giudici, tutti ultraconservatori, scelti da Donald Trump ai quali si è allineato il giudice capo della Corte Suprema John Roberts che ha votato con la maggioranza contro l’aborto.

Con l’abolizione della sentenza l’aborto non è di fatto reso illegale ma viene data la libertà a ogni singolo stato federale di decidere in materia.

Molti stati governati dai Repubblicani avevano preparato apposite leggi che erano state pensate proprio per entrare in vigore subito dopo la decisione dei giudici, chiamate “trigger laws”, e così è stato: Il Missouri è il primo stato a vietare l’aborto tranne che per le emergenze sanitarie e punisce chiunque lo provochi negli altri casi con provvedimenti fino a 15 anni di carcere. In Texas l’aborto è illegale con effetto immediato. Lo ha annunciato il procuratore generale del Texas, Ken Paxton sottolineando che le strutture che offrono interruzione di gravidanza possono essere da oggi considerate penalmente responsabili. Anche in Alabama, Arkansas, Kentucky, Louisiana, South Dakota, Utah, Wisconsin e Oklahoma l’aborto ora è un reato. Lo Utah, ad esempio, consente l’interruzione di gravidanza solo in caso di stupro, incesto e grave pericolo per la vita della donna incinta; l’Arkansas invece non prevede eccezioni in caso di stupro e incesto.

Ma è solo l’inizio in quanto altri diritti costituzionali sono in pericolo. Il giudice Clarence Thomas avrebbe chiesto esplicitamente di riesaminare anche le sentenze in materia di altri diritti civili. “In futuro, dovremo riconsiderare tutti i precedenti di questa Corte in materia di giusto processo, compresi ‘Griswold’, ‘Lawrence’ e ‘Obergefell’”, ha scritto Thomas, riferendosi ai nomi dei casi sulla contraccezione, l’omosessualità e il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Con le nuove leggi milioni di donne saranno costrette a viaggiare anche centinaia di chilometri per poter abortire negli stati in cui il diritto di farlo è ancora tutelato. Come ha osservato anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in un discorso molto critico nei confronti della decisione, le nuove leggi saranno particolarmente inique nei confronti delle donne delle fasce più povere della popolazione, che difficilmente potranno permettersi di intraprendere lunghi viaggi per abortire.

La corte suprema, dunque, non solo ha quasi annullato 50 anni di precedenti, ma ha relegato la decisione più intensamente personale che qualcuno possa prendere ai capricci di politici e ideologi: “Sono state attaccate le libertà fondamentali di milioni di americane”, ha twittato l’ex presidente USA Barack Obama.

 

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