PERCHÉ FESTEGGIAMO IL 25 APRILE?

25 aprile 1945 La Liberazione – Archivio storico Istituto Luce
25 aprile 1945 La Liberazione – Archivio storico Istituto Luce

La Festa della Liberazione è una festività che celebra la liberazione dell’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista, un giorno che per il nostro Paese assume un importante valore politico e militare.
Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, dove l’Italia del duce Benito Mussolini era alleata della Germania di Adolf Hitler, con le operazioni militari che si stavano rivelando fallimentari per il paese, il 3 settembre del 1943 venne firmato l’Armistizio di Cassibile con gli Alleati. Una scelta che provocò l’occupazione nazista dell’Italia con l’appoggio del governo collaborazionista fascista della Repubblica sociale italiana di Salò. Da quel momento iniziò nel nostro paese la Resistenza, con la nascita del Comitato di Liberazione Nazionale e dell’attività partigiana. Il Comitato di Liberazione Nazionale era formato dall’unione di sei partiti: Partito Comunista, Democrazia Cristiana, Partito Liberale, Partito d’Azione, Partito Socialista e Partito Democratico del Lavoro. Si trattava quindi di un movimento eterogeneo, legato dal comune antifascismo. La Resistenza, inizialmente composta da poche migliaia di uomini, assunse consistenza grazie alla vasta partecipazione di operai, contadini e dei giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò che portarono nell’esercito partigiano circa 300.000 persone. La guerra interna tra Resistenza e Nazisti durò dall’8 settembre del 1943 fino al 2 maggio 1945, quando l’Italia venne liberata dall’occupazione nazi-fascista. Le formazioni partigiane operavano di preferenza lontano dai centri abitati per sfruttare i vantaggi offerti dalla natura montagnosa del paese, lanciando attacchi improvvisi a reparti nemici o a strutture di interesse militare. Le rappresaglie tedesche furono feroci: lo testimoniano i 335 civili massacrati a Roma nelle Fosse Ardeatine e la strage di Marzabotto, nei pressi di Bologna, dove si contarono 1830 vittime. Il bilancio alla fine fu pesantissimo per quanto riguarda gli italiani: 40.000 morti tra i partigiani, altrettanti tra i repubblichini di Salò, 20.000 tra i soldati che avevano combattuto insieme agli Alleati e 10.000 vittime civili. Finita la Guerra, venne indicata come data per festeggiare la Liberazione quella del 25 aprile, ovvero il giorno in cui il Comitato di Liberazione dell’Alta Italia proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dalle truppe nazi-fasciste. Da lì a pochi giorni tutte le principali città del Nord vennero liberate, con la Resa di Caserta che venne firmata il 29 aprile 1945 dove si prevedeva una resa incondizionata delle forze armate tedesche e della Repubblica di Salò. Mussolini tentò la fuga in Svizzera unendosi a una colonna tedesca ma riconosciuto e catturato dai partigiani fu giustiziato il 28 aprile nel villaggio di Dongo assieme alla compagna Claretta Petacci e ad altri gerarchi. I loro corpi, appesi per i piedi, furono esposti in Piazzale Loreto a Milano.

 

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