LA MAGNIFICENZA DELLA LUCE: S.VITALE IN RAVENNA

S. Vitale è tuttora la chiesa più famosa di Ravenna.

S. Vitale in Ravenna, immagini tratte da Pinterest, collage realizzato con Canva


Fu commissionata da Giustiniano e fu iniziata nei primi decenni del VI secolo sotto il vescovo Ecclesio e conclusa verso la metà del secolo dal vescovo Massimiano. Fu finanziata dal ricco Giuliano Argentino, consigliere imperiale.


Ha una struttura a pianta centrale, ottagonale, con un nartece con doppia abside.
Si ispira a una modello bizantino, la chiesa dei SS. Sergio e Bacco a Costantinopoli.


È decorata con mosaici e marmi, a partire dalle decorazioni pavimentali a tarsie marmoree che creano motivi geometrici. La parte delle arcate è rivestita da marmi colorati.


Il fulcro del presbiterio è la volta quadripartita con l’agnello nimbato (ossia dotato di aureola) e Cristo sul globo in asse con l’altare.


Ai due lati ci sono il sacrificio di Isacco e quello di Abele nel Melchidek. Poi vi sono delle immagini della corte imperiale: su un lato Giustiniano in veste purpurea con i suoi dignitari, tra cui Massimiano e sulla parete speculare Teodora, che reca offerta ricordando le gesta dei magi rappresentati sulla sua veste, con il suo entourage femminile, riccamente vestita anche grazie all’uso della madreperla che contribuisce al riverbero della luce.


Ancora oggi è uno dei luoghi più suggestivi del Nord Italia, che ci dà un’aura quasi mistica grazie a i suoi sfondi dorati e alle monofore che filtrano la luce creando giochi coloristici di straordinaria bellezza.


È inoltre portatrice non solo di un grande significato artistico, ma anche storico in quanto è una delle poche testimonianze intatte di VI secolo che ci testimoniano l’arte bizantina dei primi secoli che invece nella grande Costantinopoli non solo è stata distrutta dal periodo iconoclasta di VIII secolo, ma anche vietata al pubblico cristiano dal Presidente della Turchia Erdogan che nella meravigliosa chiesa di Santa Sofia ha coperto tutti i mosaici a sfondo cristiano nonostante il sito sia patrimonio dell’Unesco e di fatto intoccabile.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *